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SF-36: istruzioni per l'uso in chirurgia
protesica dell'anca
A cura di Emilio Romanini, Università degli
Studi "La Sapienza" di Roma
» Valutazione dei risultati in Chirurgia protesica dell'Anca
» Il questionario SF-36
» Qualità di vita e protesi
d'anca: studi clinici prospettici
Valutazione dei risultati in Chirurgia protesica dell'Anca
Il processo di valutazione del risultato di un trattamento avviene
in occasione di ogni visita di controllo e si basa sulla registrazione
di una serie di parametri clinici e radiografici che nel caso
della chirurgia protesica dell'anca sono piuttosto comuni. Tuttavia,
se la stessa valutazione viene effettuata con l'intento di acquisire
informazioni destinate a uno studio clinico, questa approssimazione non è accettabile
e sono necessari sistemi di misura standardizzati e validati. Purtroppo,
nonostante i reiterati quanto autorevoli richiami a una uniformazione
delle misure e oltre 50 anni di sforzi in questa direzione, ancora non
esiste un modello standardizzato di valutazione dei risultati in
chirurgia protesica. Ne deriva uno scenario frammentato che rende il
lavoro di analisi critica della letteratura più gravoso e la combinazione
quantitativa dei risultati virtualmente impossibile.
Ciò appare dovuto sia a difficoltà di ordine scientifico oggettive,
come la necessità di rappresentare il risultato dai diversi punti di
vista (chirurgo, radiologo, paziente) o di tradurre quantitativamente e in
maniera valida tali informazioni, sia alla difficoltà di liberarsi
di alcuni retaggi della tradizione che condizionano fortemente il
valore attribuito ad ognuno di questi punti di vista. Certamente il sistema
di misura può cambiare considerevolmente in funzione dell'endpoint e
quindi varia con il contesto dello studio, che può essere una sperimentazione
clinica, un'analisi di sopravvivenza o un'analisi costo-efficacia. Ciò che
non può e non deve variare è la validità del sistema di
misura: una metodica di analisi del risultato (sia essa un test strumentale,
un esame clinico o un questionario) è valida se è in grado di
soddisfare i necessari parametri di affidabilità, riproducibilità,
sensibilità e responsività. A dispetto di quanto comunemente
si crede la maggioranza dei sistemi di misura del risultato di comune impiego
in chirurgia sostitutiva dell'anca non sono validi: troppo numerosi (oltre
venti), datati (in massima parte risalgono agli anni Sessanta e Settanta),
impropriamente formulati, non validati statisticamente. Quando si è poi
tentato di confrontarli sono emerse differenze tali da rendere impossibile
l'impiego di sistemi diversi per la misura del risultato della stessa procedura.
Come noto, il decennio appena trascorso ha visto affermarsi tecniche di analisi
dei risultati che prevedono la valutazione del punto di vista del paziente,
che rispondono alla necessità di misurare la qualità di
vita (QdV) dei pazienti e di tradurla in punteggi. Tale atteggiamento
non solo risponde al principio di ottenere dal paziente informazioni soggettive
che lui solo può fornire, ma riesce nello scopo di fornire una misura
valida e riproducibile, persino più dei punteggi cosiddetti tradizionali;
questi ultimi, infatti, generalmente collezionati dal chirurgo che ha effettuato
il trattamento, sono potenzialmente viziati da fattori interpersonali legati
al rapporto medico-paziente e si sono dimostrati assai meno «oggettivi» di
quanto non si ritenga.
Alcuni studi hanno evidenziato ad esempio come un indice di misura del risultato
molto diffuso come l'Harris Hip Score, finora considerato
uno standard indiscusso e recentemente accreditato da studi di validazione
e confronto con altri sistemi più evoluti, fornisca una stima quantomeno
parziale del punto di vista del paziente in merito alla patologia e alla procedura
chirurgica utilizzata: solo una quota delle cause maggiori di lamentele e disabilità del
paziente vengono esaminate dal questionario, mentre si sorvola su aspetti tipo
il dolore notturno e l'attività sessuale, che hanno un elevato significato
soggettivo. Inoltre l'interpretazione di punteggi cumulativi (che come l'Harris
Hip Score sommano variabili diverse) risulta quantomeno problematica quando
viene riscontrata una differenza statisticamente significativa ed è rilevante
attribuirla ad una determinata variabile. Non deve dunque sorprendere se gli
studi in cui si è confrontato un indice soggettivo della QdV con valutazioni
radiografiche in artroprotesi totali hanno mostrato una scarsa correlazione
tra le due metodiche di analisi. Diversamente, i criteri di validità sopra
elencati sono stati soddisfatti dai questionari che misurano la Health-related
Quality of Life (HRQoL, qualità di vita correlata alla salute)
che valutano proprio il risultato principale del nostro intervento: la qualità di
vita dei pazienti. Alla luce di quanto sin qui riportato, la valutazione dei
risultati dell'intervento di protesi d'anca nell'ambito di studi clinici dovrebbe
dunque contemplare l'uso dei questionari patient-oriented, anche in
considerazione dei vantaggi legati alla loro praticità d'impiego (è possibile
anche la somministrazione telefonica e postale), all'ampia diffusione (che
garantisce la disponibilità di dati di riferimento) e all'elevata collaborazione
che si riesce usualmente a ottenere dal paziente.
Il questionario SF-36
Il più diffuso e conosciuto questionario patient-oriented sullo
stato di salute generale è l'SF-36 che,
nella sua forma attuale, è il frutto dell'imponente Medical Outcomes
Study condotto da John Ware negli anni Ottanta e di successivi processi
di adattamento e di validazione che si devono alla collaborazione di numerosi
studiosi delle diverse branche della medicina.
Il questionario analizza la QdV attraverso l'analisi dei vari aspetti della salute,
o domini, che sono riportati in tabella 1. È importante
sottolineare la presenza tra i parametri esaminati di aspetti psicologici, la
cui indagine si basa sull'esperienza degli strumenti prodotti dalla psichiatria
fin dagli anni Cinquanta nell'analisi della salute mentale. Ciò differenzia
in maniera sostanziale i questionari sulla qualità della vita da
quelli patologia-specifici. Infatti, questi ultimi non considerano alcun aspetto
psicologico né emotivo, che invece non di rado influenzano in maniera
determinante la valutazione dello stato di salute e i risultati ottenuti con
un qualsiasi trattamento.
Altri domini indagano aspetti più generici della vita, tra i quali vale
la pena ricordare le attività sociali, la vitalità e persino il
cambiamento atteso dello stato di salute.
Aspetti della Qualità di
Vita |
Abbreviazioni |
Attività Fisica |
AS |
Ruolo e Salute
Fisica |
RF |
Dolore Fisico |
DF |
Salute in Generale |
SG |
Vitalità |
VT |
Attività Sociali |
AS |
Ruolo e Stato Emotivo |
RE |
Salute Mentale |
SM |
Cambiamento dello Stato di Salute |
CS |
Per l'estrazione dei dati ottenuti con l'SF-36 si
rimanda al manuale specifico, realizzato per l'Italia dai
ricercatori dell'Istituto Mario Negri che hanno tradotto
e validato in italiano il questionario. Va qui ricordato
che alle singole risposte corrispondono valori grezzi che
assumeranno un valore finale soltanto con la valutazione
di risposte ad altri quesiti. I risultati finali delle
singole risposte, associati tra loro secondo specifiche
modalità, forniscono i valori relativi ai differenti
domini. Sono attualmente disponibili versioni abbreviate,
e comunque valide, del questionario SF-36, più appropriate
in caso di studi che prevedano la raccolta di un ampio
set di strumenti di valutazione del risultato (misure intraoperatorie,
strumentali, ecc.).
Ulteriori informazioni sull'uso appropriato
del questionario e abbondante bibliografia sul tema possono
essere reperite ai seguenti link:
www.sf-36.org
www.iqola.org
www.qualitymetric.com
Qualità di vita e protesi d'anca: studi clinici prospettici
La storia della misura della qualità di
vita in chirurgia protesica dell'anca è relativamente
recente, pertanto la pur crescente mole di letteratura
sul tema è limitata dal breve follow-up. Allo scopo
di fornire una stima, per quanto approssimativa, del fenomeno,
abbiamo condotto una ricerca sul motore di ricerca
Medline dal sito Pubmed utilizzando
i termini più appropriati ("Arthroplasty, Replacement,
Hip"[MeSH] AND "Quality of Life"[MeSH]).
La ricerca ha restituito 95 record che abbiamo rapidamente
analizzato allo scopo di valutare il numero di studi clinici
che includessero una valutazione prospettica della qualità di
vita. Va premesso che in nessuna maniera una breve ricerca
come questa si propone di sostituire una vera revisione
sistematica, né tantomeno di fornire indicazioni
di alcun tipo, se non appunto quella di fotografare la
situazione attuale. Inoltre, la semplice ricerca con i
due termini MeSH rischia di non rilevare studi nei quali
la qualità di vita viene effettivamente registrata,
ma nell'ambito di una valutazione multidimensionale (clinico-radiografica)
e pertanto indicizzata sui motori di ricerca senza il riferimento
al termine qualità di vita. In tale maniera sicuramente
il dato reale viene ampiamente sottostimato.
Nella tabella 2 viene riportata la sinossi dei lavori nei
quali uno o più sistemi di misura della qualità di vita erano
impiegati prospetticamente in serie di interventi primari, con riferimento
al tempo trascorso tra l'ultima rilevazione e l'intervento. Sono pertanto stati
esclusi studi trasversali ed editoriali e dati riferiti a chirurgia di revisione.
Primo autore |
Rivista |
Misura
QdV |
Follow-up |
Fitzgerald JD |
Arthritis Rheum 2004;51(1):100-9 |
SF36 |
1 anno |
Norquist JM |
Med Care 2004;42(1 Suppl):I25-36 |
Oxford Hip Score |
1 anno |
Rogenmoser M |
Schweiz Rundsch 2003;92(37):1515-22 |
SF36, WOMAC |
<1 anno |
Wu CL |
Anesth Analg 2003;97(4):1078-85 |
SF12 |
15 giorni |
Nilsdotter AK |
Ann Rheum Dis 2003;62(10):923-30 |
SF36, WOMAC |
3 anni |
Raia FJ |
Clin Orthop 2003;(414):259-65 |
SF36, MFA |
1 anno |
Tidermark J |
J Bone Joint Surg Br
2003;85(3):380-8 |
Charnley, EuroQol |
2 anni |
Kawasaki M |
J Orthop Sci 2003;8(1):32-5 |
NHP |
>5 anni |
McMurray A |
J Adv Nurs 2002;40(6):663-72 |
SF36 |
3 mesi |
Mahon JL |
CMAJ 2002 12;167(10):1115-21 |
WOMAC, |
3 mesi |
Laupacis A |
J Bone Joint Surg Am
2002;84-A(10):1823-8 |
HHS, MACTAR, WOMAC |
6 anni |
Mahomed NN |
J Rheumatol 2002;29(6):1273-9 |
SF36, WOMAC |
6 mesi |
Chiu HC |
J Formos Med Assoc 2001;100(7):461 |
SF36, HHS |
6 mesi |
Bachmeier CJ |
Osteoarthritis Cartilage
2001; 9(2):137-46 |
SF36, WOMAC |
1 anno |
Bitzer EM |
Rehabilitation (Stuttg)
2001;40(1):43-9 |
SF36, Lequesne |
<6 mesi |
Haase I |
Rehabilitation (Stuttg)
2001;40(1):40-2 |
SF36, Hannover |
16 mesi |
Jones CA |
Arch Intern Med 2001;161(3):454-60 |
SF36, WOMAC |
6 mesi |
Nilsdotter AK |
Ann Rheum Dis 2001;60(3):228-32 |
SF36, WOMAC |
1 anno |
O'Connell T |
Ir Med J 2000;93(4):108-10. |
SF36 |
1 anno |
Mainard D |
Rev Chir Orthop 2000;86(5):464-73 |
NHP, AIMS2, HHS, MDA |
1 anno |
Rissanen P |
Int J Technol Assess
2000;16(2):696-705 |
NHP, 15D |
2 anni |
Marti-Valls
J |
Med Clin (Barc) 2000;114
Suppl 2:34-9 |
NHP, EuroQol |
6 mesi |
Jones CA |
J Rheumatol 2000;27(7):1745-52 |
SF36, WOMAC |
6 mesi |
Boardman DL |
J Arthroplasty 2000;15(2):200-4 |
SF36, WOMAC |
1 anno |
Lavernia CJ |
J Arthroplasty 2000;15(2):171-8 |
SF36 |
2 anni |
Knutsson S |
J Adv Nurs 1999;30(6):1349-59 |
SIP |
6 mesi |
Arslanian C |
J Med Syst. 1999;23(3):239-47 |
SF36 |
1 anno |
March LM |
Med J Aust 1999;171(5):235-8 |
SF36 |
1 anno |
Peerbhoy D |
J Qual Clin Pract 1999;19(3):165-71 |
SF36 |
6 mesi |
Fortin PR |
Arthritis Rheum 1999;42(8):1722-8 |
SF36, WOMAC |
6 mesi |
Hopman WM |
Am J Med Qual 1999;14(3):110-6 |
SF36 |
6 mesi |
Knahr K |
Z Orthop Ihre Grenzgeb
1998;136(4):
321-9 |
NHP, Hannover, HHS |
1 anno |
Shepperd S |
BMJ 1998;316(7147):1786-91 |
SF36, Oxford |
3 mesi |
Mangione CM |
J Gen Intern Med 1997;12(11):686-97 |
SF36 |
1 anno |
Norman-Taylor
FH |
J Arthroplasty 1997;12(6):646-50 |
Rosser Index Matrix |
1 anno |
Come si evince dalla tabella 2, è disponibile
dunque una quantità di dati rilevante attinente
al periodo iniziale. Assai meno si conosce del destino
a lungo termine dell'intervento di protesi d'anca in termini
di qualità di vita del paziente. Dall'elenco si
evidenzia l'ampia diffusione anche in questo settore della
ricerca del questionario SF36 e, apparentemente in misura
minore, del questionario WOMAC, osservazioni che sostengono
l'indicazione al loro impiego effettuata in precedenza.
Va riaffermata tuttavia la necessità di affiancare
i due sistemi; già nel 1995 McGuigan evidenziava
i limiti del questionario SF36 se impiegato come unico
sistema di valutazione. Inoltre, certamente il questionario
WOMAC risente dei limiti di una ricerca formulata con criteri
tanto restrittivi, trattandosi in realtà di una
misura di amplissima diffusione proprio nell'ambito di
studi longitudinali multiprospettici. Peraltro recentemente
la versione americana del Journal Bone and Joint Sugery ha
introdotto nelle norme editoriali una guida per la pubblicazione
concisa di risultati clinici di protesi d'anca nella quale è "fortemente
incoraggiato" l'impiego del WOMAC.
Sulla scorta dell'analisi della tabella va sottolineata
ancora una volta la necessità di prolungare il periodo
di osservazione, per ottenere informazioni più significative
sul risultato a lungo termine dell'intervento, anche in
termini di qualità di vita. |
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